Ascoltando un podcast, partecipando ad una diretta Linkedin, leggendo un articolo su Internet, ti sarà sicuramente capitato di imbatterti nella parola Onboarding. Ma di cosa si tratta esattamente?
Iniziamo provando a darne una definizione.
L’Onboarding è il momento in cui un’azienda fornisce ai nuovi dipendenti formazione e informazioni per aiutarli ad ambientarsi nella nuova posizione. Questo li aiuta a comprendere il loro ruolo e le aspettative del datore di lavoro, ad apprendere i valori e la cultura aziendale e a testare il clima che si respira tra colleghi.
Si tratta di una fase cruciale, perché i dipendenti possono facilmente trovare un altro lavoro se l’esperienza non soddisfa le loro aspettative. Motivo per cui le imprese stanno diventando sempre più consapevoli di quanto sia importante e centrale: l’Onboarding è finalmente vissuto dalle aziende come una leva strategica.
Le organizzazioni che sperimentano il successo dell’Onboarding estendono il processo ben oltre il primo giorno di lavoro, facendolo diventare una vera e propria esperienza. Questi programmi si svolgono nell’arco di settimane, a volte anche di mesi, e spesso includono shadow coach o sistemi di buddy per aiutare i nuovi assunti ad imparare il lavoro e ad ambientarsi il più rapidamente e nel miglior modo possibile.
L’Onboarding permette ai nuovi assunti di acclimatarsi
Un programma di Onboarding per i nuovi dipendenti è fondamentale perché consente loro di avere un vantaggio e di ambientarsi nell’azienda.
L’ambientamento va oltre il semplice indicare dove sono i bagni o il bar in cui è possibile andare a pranzo.
Avviene quando il datore di lavoro fornisce al neoassunto una panoramica completa degli obiettivi e della filosofia aziendale, instaurando un dialogo in cui viene spiegato cosa ci si aspetta da lui e in cui lui stesso possa capire come contribuire al raggiungimento dei traguardi prefissati. Si tratta di un’opportunità che può preparalo al successo e che permette di creare fiducia reciproca.
L’ambientamento informa i nuovi assunti anche su ciò che l’organizzazione può fare per loro: offrire opportunità di sviluppo professionale, organizzare pranzi mensili in cui chiacchierare in un contesto più informale o appoggiarsi ad un programma di mentorship.
Pertanto, un Onboarding di successo fornisce ai nuovi dipendenti gli strumenti necessari per diventare membri produttivi e di successo.
Senza un valido un processo d’entrata, i New Comer sono lasciati al buio, poiché non ricevono la guida, la formazione e le conoscenze utili per comprendere le aspettative de datore di lavoro e la cultura lavorativa aziendale, con conseguente incremento del turnover.
L’Onboarding rende i nuovi assunti più coinvolti nell’azienda
Quando i dipendenti apprendono il punto di vista dell’azienda e capiscono cosa ha da offrire, è più probabile che si impegnino. I dipendenti coinvolti sono persone che si impegnano per l’organizzazione e per il loro ruolo all’interno di essa. Si tratta di persone che danno il 100% ogni giorno perché hanno veramente a cuore la loro azienda e vogliono che raggiunga gli obiettivi prefissati.
L’esperienza di Onboarding è essenziale perché dimostra che l’azienda si dedica a loro e, a sua volta, crea dipendenti ingaggiati e un forte legame. Ritagliando il giusto spazio e tempo alla formazione dei nuovi dipendenti, facendoli sentire a casa, è più probabile che si sentiranno coinvolti, il che aumenterà la fidelizzazione del Personale.
Le aziende con un maggior numero di dipendenti veramente ingaggiati hanno risultati migliori. Per citarne solo alcuni:
- maggiori profitti;
- tassi di turnover più bassi;
- migliori risultati in termini di sicurezza;
- maggiore qualità del prodotto / servizio;
- migliori valutazioni da parte dei clienti;
- i dipendenti si assentano meno giorni.
L’Onboarding come strumento di retention
L’Onboarding è un punto cardine anche perché, una volta che il nuovo assunto si è ambientato ed è realmente ingaggiato, è più probabile che rimanga. Trattenere i talenti è di vitale importanza perché un elevato turnover, oltre che essere faticoso per un’azienda, è anche molto costoso.
Ti starai chiedendo: “Perché costa così tanto sostituire un dipendente?“
Secondo l’articolo di SHRM – To Have and to Hold, ci sono molti costi diretti e indiretti associati alla ricerca di un sostituto.
SHRM ha rilevato che il 67% del denaro è destinato ai soft cost, ovvero alle spese indirette associate alla riassunzione. Comprendono la produttività, le competenze perse e il tempo che si dovrà impiegare ogni volta che un datore di lavoro dovrà trovare un nuovo dipendente.
Il restante 33% del denaro è destinato agli hard cost, ovvero alle spese dirette associate alla ricerca di un nuovo dipendente. Tra i costi più onerosi vi è tutto il processo di reclutamento dei potenziali candidati.
In altre parole, la perdita di un lavoratore è estremamente cara. Ogni volta che un’azienda deve trovare un sostituto, perde tutto il know-how e la produttività che il vecchio dipendente aveva da offrire. Inoltre, deve spendere tempo e denaro prezioso per trovare un candidato che vada a occupare la sua posizione.
L’importanza delle statistiche sull’Onboarding
Come già esplicitato precedentemente, l’Onboarding dei dipendenti aumenta notevolmente la probabilità che i nuovi assunti rimangano in azienda. Una ricerca di Glassdoor ha rilevato che le aziende con un processo di Onboarding efficace hanno migliorato il tasso di fidelizzazione dei nuovi assunti dell’82%.
Un rapporto di Gallup ha rilevato che solo il 12% delle organizzazioni ritiene che la propria azienda faccia un buon Onboarding.
Secondo lo studio sull’Onboarding condotto da Kronos su 350 aziende, programmi di Onboarding più lunghi sono associati a risultati aziendali e di talento più forti, così come migliorano il coinvolgimento dei dipendenti e la reputazione aziendale. Il 57% degli intervistati ha dichiarato che i manager sovraccarichi di lavoro e la mancanza di tempo per l’Onboarding rappresentano la sfida più grande per un processo più efficace.
Il 47% ha indicato la mancanza di un’applicazione coerente in tutta l’azienda e il 38% la mancanza di strumenti per misurare il ROI o l’efficacia.
Riepilogo sul perché l’Onboarding sia così strategico
- L’Onboarding è importante perché integra i nuovi dipendenti nell’azienda. I New Comer ricevono le conoscenze, la formazione e il supporto necessari per diventare membri produttivi del team.
- L’Onboarding aiuta anche ad acclimatare, coinvolgere e trattenere i talenti. L’ambientamento dei dipendenti consente loro di familiarizzare con le aspettative dell’azienda e con le sue risorse.
Abbiamo visto l’Onboarding sotto varie sfaccettature e punti di vista. Risulta evidente che sia un processo chiave, per cui le aziende che vogliono puntare con successo al futuro non possono più ignorarlo o non investirci risorse.
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