La progettazione di un piano formativo finanziato

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Tra le tante attività che fanno parte del processo di presentazione, gestione e rendicontazione di un piano formativo finanziato, ce n’è una fondamentale: la progettazione.

Questa attività viene spesso considerata di poco valore, tuttavia fidatevi quando vi dico che è molto importante. Tradurre esigenze formative in un progetto articolato che rispetti i paramenti del fondo interprofessionale a cui si presenta, le regole dello specifico avviso o del conto formazione, che sia chiaro e coerente…. non è cosa semplice!

Progettare significa trasformare l’esito dell’analisi dei fabbisogni in un elaborato complesso che delinei le motivazioni e gli obiettivi che l’azienda intende raggiungere con uno specifico programma di formazione.

progettazione formazione finanziata

Per svolgere questa attività al meglio occorre suddividerla in 4 fasi:

  1. Conoscere l’azienda: analisi dei fabbisogni dell’azienda e il report
  2. Dalla competenza al percorso formativo: lo studio di finanziabilità
  3. Elaborazione del progetto
  4. Condivisione del progetto con l’azienda e stesurafinale

Fase 1 | conoscere l’azienda: analisi dei fabbisogni dell’azienda e il report

L’analisi dei fabbisogni è sempre il primo passo. Sia che l’azienda abbia già provveduto a farla sia che si affidi ad una società esterna, il primo passo per la creazione di un buon progetto formativo è la stesura di un report di partenza. Deve necessariamente contenere queste informazioni:

  • Mercato di riferimento dell’azienda: per studiare l’evoluzione specifica delle esigenze formative del settore
  • Le caratteristiche del processo di innovazione che l’azienda ha intrapreso (periodicamente tutte sono coinvolte in un momento di cambiamento!)
  • Le risorse umane interne che svolgono un ruolo chiave
  • Le divisioni/aree coinvolte nella formazione
  • Le conoscenze da sviluppare, suddivise in competenze di base, tecnico-professionali e trasversali

Fase 2 | dalla competenza al percorso formativo: lo studio di finanziabilità

Insieme all’azienda, iniziamo la traduzione da “conoscenza da sviluppare” a “specifiche tematiche” da trattare. La seconda fase è l’individuazione dei percorsi formativi e del target di riferimento. Faccio un esempio: sviluppare la competenza relazionale diventa il corso “Gestione dei Collaboratori”.

Questa attività comprende lo studio di finanziabilità delle esigenze rilevate, ovvero se l’impianto formativo individuato risponde ai requisiti del fondo interprofessionale al quale l’azienda aderisce o ad altro strumento di finanziamento scelto (Regione, FSE…). È di fondamentale importanza studiare i bandi di gara o i vari regolamenti che normano queste procedure. Essere preparati significa dare informazioni puntuali e prevenire brutte sorprese finali.

Fase 3 | elaborazione del progetto

Il report prodotto in prima fase ci aiuta ad argomentare i vari capitoli che comporranno il piano formativo. È importante sviluppare questi punti:

  • Analisi del contento aziendale
  • Le motivazioni che portano l’azienda a richiedere determinati percorsi formativi
  • Gli obiettivi che l’azienda intende raggiungere, sottolineando il percorso di innovazione che sta intraprendendo o come intende aumentare la sua competitività sul mercato di riferimento.
  • L’analisi dei fabbisogni: come è stata condotta, gli strumenti utilizzati (interviste, questionari, riunioni)
  • Elenco dei percorsiformativi: per alcuni avvisi è importante dettagliare gli specifici obiettivi del singolo corso, i contenuti, la modalità didattica (aula, e-Learning, action Learning, training on the job…) e i risultati attesi in base alle caratteristiche dei partecipanti beneficiari.
  • Monitoraggio e valutazione: occorre monitorare e valutare i processi formativi ed i tools a disposizione sono molti. In questa sezione si descrivere come l’azienda portare avanti queste attività

Fase 4 | condivisione del progetto con l’azienda e stesura finale

La condivisione di un piano formativo con l’azienda che lo ha richiesto non è prassi abituale. È un momento molto ingaggiante dove il cliente aumenta la sua consapevolezza verso gli obiettivi innovativi a cui tende ed i percorsi che ha deciso di svolgere per raggiungerli.

L’ultima analisi può comportare delle richieste di modifiche proprio per questa aumentata presa di coscienza. L’importante è comprenderle e rendere il progetto formativo più aderente possibile all’azienda che vuole diventare, non tanto a quella che è ora.

Scrivere un buon progetto significa conoscere l’azienda, i suoi obiettivi di crescita e la formazione che intende proporre alle sue risorse umane per raggiungerli. Nostro compito è recepirli e tradurli in un linguaggioadeguato ad essere recepito agli organismi che dovranno esaminare il piano.

 


 

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Articolo di Elide Freddo

Scritto da

Cegos

Dal 1926 il Gruppo Cegos è a fianco delle imprese, delle istituzioni, dei team e delle persone che forma, seleziona, supporta e aiuta a svilupparsi. Questo ha fatto di Cegos il leader della formazione manageriale, in Europa e nel mondo.
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